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Matilde 03-19 - Lap dance


di Alex46
16.04.2019    |    2.889    |    0 9.4
"- No, no, Matilde, lecca duro, lecca forte come se tu avessi un cazzo in bocca..."
Siamo ormai alla fine di marzo, ci viene in mente che sono proprio sei mesi che ci conosciamo. Sono io a realizzarlo, un giorno in ufficio che pensavo ai miei amori. Allora telefono a Debra.
- Sai che domani sono sei mesi?
- È vero – mi risponde dopo un attimo di esitazione.
- Sei pronta per questa sera? Vorrei festeggiare a nostro modo, Michele non c’è ma noi possiamo preparargli una sorpresa per domani...
- A cosa hai pensato?
- Ti va un filmino tu e io, mentre facciamo la lap dance? Una cosa breve, ma intensa e ben girata. Ci servono solo dei fazzoletti rossi per le luci e una pertica.
- Alla pertica penso io, ne ho giusto visto una in magazzino, la posso prendere con una scusa, poi la fissiamo in qualche modo...
- Sì, anche se non è fissata l’importante è che lo sembri.
La sera siamo tutte eccitate dal nuovo gioco. Dopo un’oretta di preparativi, siamo pronte. Non ci rimane che spogliarci e metterci in “costume”. Mezz’ora dopo è tutto finito e smantelliamo il set. Subito dopo telefona Michele, che vuole sapere cosa stiamo facendo.
- Stiamo per uscire, caro... lo sai che domani è sei mesi che conosciamo Matilde? No, non te lo dico dove andiamo... è una sorpresa per domani sera... Sì, certo che faremo le troie anche questa sera... lo sai che se non ci sei tu noi ci scateniamo ancora di più... Sì, va bene, ciao, un bacio. No, non siamo brave ragazze... A domani.
La sera dopo, fatta una cenetta frugale, Debra accende la televisione e infila il VHS di nostra produzione. Michele è sdraiato sul divano, io mi accoccolo vicino a lui, Debra preferisce sedersi sul pavimento, con le spalle appoggiate alle gambe del nostro uomo.
Il video inizia con noi due che ci baciamo, inginocchiate una vicino all’altra. Siamo assai sudate (avevamo fatto dieci minuti di flessioni...), sembra proprio che siamo in un locale dalla luce rossastra ed equivoca e abbiamo appena finito di danzare attorno alla pertica, eccitandoci a vicenda ed eccitando un pubblico di maschi.
Il bacio è lungo e lascivo, la musica di sottofondo non lascia capire se c’è davvero un pubblico: però, a quel che si vede, tutto lo lascia immaginare...
Siamo completamente nude a eccezione delle mie solite scarpe di plastica trasparente che fanno tanto puttana. Per l’occasione Debra ha indossato anche due anelli dei suoi, oltre al suo paio di sandali di pelle nera.
Debra mi spinge dolcemente a sdraiarmi, in modo che io esponga la figa il più possibile, a gambe larghe, poi si avvicina con la bocca e carezzandomi la pancia comincia a leccarmi. Io la guardo, e nel contempo le appoggio i tacchi sulle spalle nude. Il bacio mi aveva eccitata, e ora sono lì rilassata, a godermi l’intrusione della lingua di Debra. Dopo poco però, appoggiata su un gomito, le accarezzo i capelli, cercando di tirarla ancor più verso le mie intimità.
Stiamo facendo l’amore su due cuscinoni rossi, la pertica è subito dietro di noi, e non si vede mai che non è fissata al pavimento, per via dei cuscini.
Spingi spingi alla fine mi ritrovo accucciata come una rana a gambe spalancate e la schiena appoggiata al muro, per l’occasione guarnito da un drappo rosso che avevo trovato su una bancarella tornando a casa, assieme ai cuscini.
Sono oscena, e il dito di Debra che mi penetra è solo un di più. Sarei oscena lo stesso, io tutta bionda, lei nera che mi assale e mi bacia i capezzoli con un dito nella mia figa spalancata. Nel video non si vede il suo culo, è ripresa di profilo: si vede solo il mio apparato, ed è stupendo.
Poi cambiamo leggermente posizione, io mi protendo ancora più in avanti con il bacino, lei si ritrae più di lato, continuando a stantuffarmi col dito: ma il risultato è che adesso la si vede anche lei in faccia. Io ho l’espressione dell’esibizionista che sta per godere, lei è compresa nella sua parte di seduttrice, di lesbica maschia, le labbra appena socchiuse, lo sguardo abbassato su quello che mi sta facendo. La collana le pende sul davanti e mi sfiora la pancia, che è liscia, sessuale, sudata, piatta. Praticamente io non mi muovo, ben piantata sui gomiti e sulle scarpe. Perfino i miei piedi fanno sesso, penso che ci si potrebbe masturbare solo guardando i miei piedi inguainati nelle scarpe di plastica.
Pochi attimi dopo, quando la musica è fortissima, io vengo, muovendo appena le labbra, come a dirlo, ma lasciando all’immaginazione le mie parole. Debra mi ha scopato con il dito fino all’orgasmo, che sembra avuto senza vergogna di fronte a una trentina di persone arrapate.
Ma le esigenze del filmino hanno la precedenza e subito dopo si vede, con un taglio di montaggio, l’unico che abbiamo fatto, che io sono su di lei, ancora sui cuscini. Ma lei è appoggiata con la schiena, la lunga gamba sinistra rialzata ad appoggiare appena il sandalo sulla pertica (facendo attenzione, è fissato con il nastro adesivo...). Anche lei mi schiaccia il capo verso la figa, guardandomi a testa appena rialzata, con quella sua boccuccia stretta, da bambina.
Io la lecco generosamente, entrando dentro, uscendo, slinguandole anche il clitoride. Adesso si vede bene anche la sua di figa, uno sballo, così rilassata, sdraiata, pronta a ricevere tutto il piacere possibile. E anche sulle sue scarpe ci si potrebbe masturbare, siamo tutti un po’ feticisti. Per me poi sono le scarpe di Debra... io le leccherei anche dopo che lei le avesse tenute su un’intera giornata...
Dopo un buon minuto di leccate, anche Debra sussulta in un orgasmo, non violento, il prodromo di altre sborrate più serie.
Ed è così che tiro fuori da sotto i cuscini uno dei nostri dildo, mi dispongo dietro a Debra e da quella posizione glielo infilo che ancora non ha finito di venire. Lei mi sorride, sorride anche al pubblico, lo accetta e inizia ad accarezzarsi il clitoride, mentre io vado su e giù con la mano. Dopo un altro minutino di questo trattamento, entrambe guardiamo nella videocamera, con aria di sfida, lei in primo piano, una mano sul seno, l’altra sul bottoncino e soprattutto l’evidente dildo che le devasta la vagina fradicia.
E un attimo dopo succede il vero orgasmo di Debra, che sussulta agitandomi il culo davanti alla pancia, aprendo la bocca in un muto apice di godimento. L’avevamo preparato bene, avevamo fatto in modo che proprio in quel momento terminasse la musica e ci fosse un silenzio surreale, di suoni e di pubblico estatico.
Come estatici siamo noi ora a rivedere le scene. Ma non è ancora finita, perché ora tocca a me farmi penetrare. Il dildo è lo stesso, ma lei se lo mette in bocca. È sdraiata con la figa davanti all’obiettivo, lei continua a carezzarsi, ma senza convinzione. Ha appoggiato la testa sull’altro cuscino, il dildo le esce verticale dalla bocca, io mi alzo a mettermi in piedi davanti alla pertica, simulando ancora una danza al suon di musica che è ripresa. Le mani le ho dietro alla schiena, per tener ferma la pertica, quindi piego le ginocchia aperte e mi impalo sullo strumento. Fino al mio orgasmo, potente, non ci sono variazioni. Mi limito ad andare su e giù, piano, solo quando vengo le braccia, sempre afferrate alla pertica, sono una sopra e l’altra sotto la testa. Uno sguardo fiero, a mento all’insu, rivolto alla videocamera, una donna che viene orgogliosa di farlo, senza vergogna o pudore di fronte al pubblico. Una donna che è stata scopata dalla sua amante in mezzo alla gente.
- Brave, bravissime – esclama Michele alla fine della proiezione – però non me la date da bere... voi ieri sera sta roba l’avete girata qua! Siete due volpi, non c’è che dire – aggiunge con una smorfietta di approvazione.
- Ti è piaciuto, amore? Davvero?
- Mi è piaciuto così tanto che posso dirvi che me ne potete fare un altro quando volete, sai che io questa roba la consumo...
- E della fantasia del pubblico e del localino, cosa ne dici? – chiedo io.
- Beh, una bella fantasia, anche se in passato abbiamo già fatto qualcosa del genere, credo che quella delle ballerine professioniste sia una bella novità.
- E ora come ti senti? Io mi sento di nuovo pronta a ricominciare... – soggiunge Debra.
- Andiamo a prepararci, a metterci qualcosa di carino, siamo ancora con la roba di oggi addosso... – dico io.
Dopo una decina di minuti ritorniamo in soggiorno. Michele ha approfittato del bagno dopo di noi, mentre noi ci “vestivamo”. Si è tolto tutto tranne i boxer.
Noi ci presentiamo con le nostre scarpe da gara, tacchi altissimi di sandali neri, ma assai diverse per il resto. Io ho su una minigonna azzurra, contornata da una catenina a più giri, e un top giallino. Una collana cheap, azzurra, e orecchini similari, roba da mercatino ma carina. Lei invece è più sbarazzina di me, ha indossato una sua minigonna blu a poix bianchi, una maglietta a mezze maniche bordò, strappata sulla spalla e bassa poco più di un top sulla pancia. Anche lei indossa una collanina, della stessa tonalità della maglietta-top, e in testa ha messo un graziosissimo basco, ancora dello stesso colore, che chissà dove ha trovato. Non glielo avevo mai visto.
Non appena ci presentiamo a lui sorridenti, io le cingo la vita, la mi alza civettuola il top, in modo da mostrare le tette...
Allora io decido di stare al gioco e, dopo aver alzato il suo top, mi rigiro in modo da mostrare il sedere. Debra capisce al volo e sorridendo alza la minigonna, rivelando il mio tanga bianco. Mentre io mi appoggio una mano sulla pancia, lei mi cinge il seno con le sue. Sorridiamo apertamente, questa sera siamo due brave ragazze, ce non c’entrano niente con le professioniste di ieri.
A questo punto Debra avvicina una sedia a quella dove è seduto Michele a gambe semichiuse, ci si siede e subito dopo appoggia una gamba sulla sua, rivelando perciò, con l’inarrestabile risalita della minigonna, il suo slippino rosa. Un incanto. Io mi metto dietro a Michele e gli accarezzo il torace, flessuosa, vogliosa.
Poi entrambe andiamo a toccargli la patta, che è già gonfia, e nel fare questo Debra è costretta a rimettere il piede per terra. Lo massaggiamo per un po’, languide. Lui si volta verso di me per sentire il mio profumo, credo voglia baciarmi.
Ma, compreso questo, ho un’altra idea e gli spingo il capo verso Debra, costringendoli a baciarsi. Ma anche Debra cambia gioco e preferisce alzare la testa e incontrare le mie labbra, mentre Michele va a succhiarle le tette a capo chino. Dunque siamo in due addosso a Debra, che resta nella sua posizione a grazioso slip in vista. Ma mentre mi bacia si tiene alla sedia.
- Adesso però voglio un bel servizio – esclama Michele – me lo dovete...
Ha ragione. Lo aiuto a togliersi i boxer, poi mi chino su di lui e glielo prendo in bocca. Intanto Debra si è messa dietro a noi, si è tolta il top e il basco e si sta dando da fare a carezzarmi la figa, raggiunta da dietro e spostando il tanga. Le mie catenine tintinnano sulla coscia nuda di Michele, mentre lo slinguo e lo succhio. Lui mi guarda a occhi semichiusi.
Mi concentro sempre di più sul pompino, comincio a sentire di averne una gran voglia. Debra la smette col mio di dietro e preferisce accarezzarmi i capelli, tutta compresa a guardare come mi succhio suo marito.
- Slappalo così, dai. Bello, così, senti che rumori che fai. Guarda che cazzo meraviglioso, tra poco ce lo prendiamo, quando sarà del tutto pronto... Amore, sei splendida, una bocchinara nata, altro che gola profonda!
- Invece di parlare tanto, perché non vieni anche tu a farmi vedere come lo sai fare? – chiede Michele.
Io cedo il passo volentieri. Sono così eccitata che ora voglio vedere cosa fa Debra. Ma lei non fa nulla di più di me, si limita a prenderlo in bocca e succhiare, fermandosi ogni tanto a prenderlo in mano e rimirarlo: e subito dopo alza lo sguardo per incontrare il mio, come a cercare una conferma di quanto sia orgogliosa di quel suo cazzo.
Poi però gradualmente le cose cambiano. Io ritorno in piedi davanti, a massaggiare le balle di Michele mentre lui mi rovista nella figa da sotto, una figa ancora protetta dal tanga. Debra si è disposta in modo strano, sulle punte delle scarpe, a talloni completamente rialzati, e il busto tutto appoggiato sulla gamba di Michele. Continua a leccargli la cappella, ma si vede che cerca il modo di masturbarsi sul suo ginocchio, senza riuscirci. In questi tentativi la minigonna le sale oltre l’ombelico ed è più figa che mai.
Frustrata nei suoi tentativi, si alza, sbatte lontano lo slip e decide di impalarsi sul cazzo: lo fa dando la schiena a Michele, seduta letteralmente sul suo bacino, a gambe alzate, la minigonna arrotolata sulla pancia, in una di quelle posizioni che meriterebbe uno specchio. Michele ha arrovesciato la testa, così io ne approfitto per alzare anch’io un piede sulla sedia e farmi leccare, mentre Debra comincia ormai a farneticare, sgrillettandosi con un dito il clitoride: - Godo, amore mio, mi fai godere. Hai un cazzo meraviglioso, ti amo e sto scopando il tuo cazzo.... Ahhh, ahh, sìììì, vengo, amori miei, vengo, sìììì, ahhhrg!
Nessuno di noi due la segue, per ora: io sono sempre lì a farmi leccare, mi sto tenendo su la minigonna, mi sono soltanto tolta il tanga. Lei ci fa capire di essere un po’ sensibile, dunque deve riposare un po’. Michele la fa sedere al suo posto, io rimango al mio e accarezzo lievemente la striscina di pelo di Debra, senza intenzione di eccitarla ancora.
Michele mi è dietro e mi penetra secco alla pecorina, non perdendo tempo in preliminari. Subito dopo mi da dei grandi colpi che io godo fino al profondo di me. E mentre Michele mi sbatte a questo modo, noto che Debra è ora di nuovo pronta, si accascia di più sulla sedia, mi apre di più le gambe così sexy, ha perfino alzato da terra i piedi e li sta tenendo sull’orlo della sedia. Io ora l’accarezzo con tutta l’intenzione di farla venire ancora. Tanto so che non le basta mai. Dopo pochi attimi è la mia volta: - Ecco, ora tocca a me... Ti sento in fondo, Michele, così davvero mi vai in fondo, mi fai morire, sìììì, cos-ììì, dai, ancora due colpi che... vengoooo, sìììì, godo, ahh, ahhh!
Siamo ormai nella fase che dobbiamo far venire il nostro campione, se no qui domattina non riusciamo neppure ad alzarci. Portiamo Michele sul divano, ancora eretto, Debra lo riprende in bocca, appoggiata con un ginocchio per terra e l’altro sulla gamba di Michele, sì da provare ancora a masturbarsi, e questa volta riuscendoci. Io gattono addosso a Michele e gli offro la figa da leccare: - Leccami piano, sono un po’ sensibile. Leccami con tutto il tuo amore, così, bravo.
Dopo un po’ Debra è di nuovo pronta a farsi trombare di brutto e, vista l’erezione di Michele, decide di approfittarne. Lo fa alzare, costringendo me a fare altrettanto, poi gli chiede: - Sei capace di prendermi in braccio e d’impalarmi mentre stai in piedi e mi tieni su?
Michele la solleva, con il suo aiuto, lei va a cingere immediatamente le gambe sul suo fondoschiena, poi si fa penetrare. Il tutto, fatto da loro, sembra facile. Michele la porta in giro per la stanza, lo stesso deambulare è fonte di su e giù nella figa di Debra. Michele le succhia anche le tette, nel frattempo.
Ma un bel gioco dura poco, questo è troppo faticoso. Così i due si rimettono sul divano, lei s’infila ancora il cazzo dentro, io risalgo ancora sopra Michele e mi faccio leccare mentre con il seno mi sfrego su quello di Debra e la bacio a perdita di saliva. Siamo delle baccanti sul cazzo del nostro uomo, che, a quanto pare, stasera è invincibile.
- Michele, cosa ti sei fatto questa sera? Hai dato una tirata, per caso?
- No, cara, è bastato vedere il tuo video con la lap dance, e questo è il risultato.
Ormai siamo nude, solo i tacchi fanno risaltare questa totale nudità. A dire il vero però, è rimasta anche la serie di collanine attorno alla mia vita.
Debra è in procinto di avere un altro orgasmo, lo si vede da come si accelera i colpi e governa quel cazzo.
- Ancora, sì, ancora godo. Forse questa è l’ultima, ma me la voglio gustare questa trombata pazzesca. Leccala, leccala, così, fammi vedere che sei capace di fare due cose contemporaneamente, non distrarti sul tuo uccello, fammi venire ancora, bastardo... Sei schifoso quando chiavi così, sei insopportabile, vorrei mangiartelo questo cazzo, triturartelo con la mia figa.. prendi questa, e questa e questa.... Aaaaahh, aahhhh, dioooo! Sborro, sì, non so come è possibile, ma io sto venendo, aaahh, ancora, ancora, sì, questa volta ancora!
- Voglio che tu non smetta neppure di venire – incalza Michele – estraendo il membro e praticamente sbattendomi sul divano a figa all’aria con una gamba rialzata – Debra, vatti a sedere sulla faccia di Matilde, non devi smetterla di venire. Vi voglio distrutte, questa sera.
E così dicendo mi sbatte il cazzo nella figa, che era lì ben pronta, eccitata da tutto quel trombare che ho visto prima. Ho capito che sono io la prescelta, che la sborrata di Michele stasera me la prendo io. Sono felice.
Debra è ubbidiente e si viene a collocare proprio sopra la mia testa arrovesciata. Io la lecco, piano, perché ho paura di farle male. E invece no...
- No, no, Matilde, lecca duro, lecca forte come se tu avessi un cazzo in bocca... è vero, è vero basta che Michele lo dica e io non smetto di venire, ahh, è un orgasmo continuo, è fantastico. Mi sento così troia, la vostra troia...
Michele intanto mi sbatte senza pietà, ormai l’obiettivo è venire assieme, tutti e tre, e che sia finita. Dopo crolleremo di sicuro.
E così dopo una decina di colpi ben assestati, Michele si lascia finalmente andare, anch’io smollo il mio orgasmo che mi ero un momento trattenuta. Non è fortissimo, ma assai piacevole, soprattutto mi permette di sentire i guizzi della sborra dentro, al fondo dell’utero. Michele non è mai stato più mio. Urliamo tutti e tre, in un apice contemporaneo che ci fa andare a dormire assolutamente sfiniti.
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